“… Biglietti prego.
A mezzanotte il treno corre sulla sponda del Lago Lemano, screziato di luci: luci rosse, gialle, azzurre. La notte è turchina in carrozza di terza classe, come l’insonnia del viaggiatore che non riesce ad addormentarsi…” (M. Wiesenthal)
“The Belle Epoque of the Orient-Express” di M. Wiesenthal, è uno dei libri che ho letto, con troppa poesia in testa e chilometri di rotaie al mio attivo, di viaggiatrice “in Cisalpino”. L’autore, bizzarro osservatore sull’Orient-Express, si propone quale poeta dell’umano cammino e pittore dell’anima, rafforzando l’idea che al di là di ogni dorata apparenza, si cela la faccia melanconica di chi in treno non rincorre il sogno dorato di velluti e preziosi, ma trascina la sua umanità di ideali. E’ condurre alla scoperta di passeggeri che sono frammenti del nostro stesso inconscio collettivo, città che sanno svincolarsi, tra profumi e colori, come dentro al caleidoscopio e pensieri, così pregni di tutti i nostri universali conflitti, da non uscirne illesi e toccati nel profondo.
“… non è l’anguria che domina me, ma io che domino l’anguria. La mangio quando voglio e non la mangio quando non voglio…” (M. Wiesenthal). Quando lessi frasi come questa, provai quello sfarfallio alla pancia, come sanno bene gli innamorati, e questa è la forza dell’alta letteratura. Accovacciati sul sedile, lasciando srotolare l’anima sulle rotaie, la lettura aumenta quel senso di abbandono fiducioso che solo il viaggiare in treno regala. Spiriti romantici, che ancora si illudono dinnanzi ad una umanità buona e curiosa, che fanno il loro biglietto e aprono il libro, poi partono per un viaggio che dà significato alla vita, ferrata dopo ferrata. Allora il vagone ristorante diventa provocazione, tra piatti e parole, occasione per ringraziare la sorte di aver incontrato questa o quella persona, oppure aprirsi al sospetto che certi incontri era meglio non farli. Il vicino di posto, colui che ha prenotato un pezzetto di mondo accanto a noi è come uno specchio: ci rimanda l’analisi del nostro stesso andare, spesso per non tornare più indietro. Ogni bagaglio una traccia del nostro passaggio, tra la vita e la morte, consapevoli che l’esistenza è un elegante treno su percorsi prestabiliti, un’occasione straordinaria per scendere alle varie stazioni e annusare la leggenda umana. Buona lettura.