Chiariamolo subito: Johannes Brahms non ha mai scritto musica dedicata alla ferrovia o ispirata da essa, nemmeno lontanamente.
Eppure senza ferrovie la vita di Johannes Brahms sarebbe stata diversa: come tutte le persone della sua generazione nacque in un mondo in cui il treno iniziava appena ad affermarsi nel Galles e in Inghilterra e alla fine si trovò in una realtà profondamente modificata dai binari, dalle stazioni, dalle locomotive, vagoni e carrozze costruiti nel frattempo.
Brahms nasce ad Amburgo nel 1833, due anni prima dell’inaugurazione della Norimberga – Fürth, prima linea ferroviaria tedesca, nell’allora regno di Baviera. Alla sua morte, a Vienna nel 1897, le ferrovie hanno quasi raggiunto la loro massima estensione.
Il diario e la storia di Brahms sono testimoni, in modo diretto o indiretto, di questa trasformazione.
Nei suoi primi anni da concertista -siamo negli anni ’50 dell ‘800- annota talvolta i viaggi in diligenza tra le diverse città tedesche dove lo portavano le tournée e, quando non lo fa, lo scorrere dei giorni nei diari consente di capire gli spostamenti dettati dai tempi consentiti da questo mezzo di trasporto: bisogna ricordare che la velocità normale di una carrozza a cavalli si aggira tra i venti e i trenta km all’ora, con soste alle diverse stazioni di posta, necessarie per il cambio dei cavalli e il riposo dei passeggeri: parliamo infatti di strade non asfaltate e spesso sconnesse, percorse da carrozze che, malgrado l’evoluzione del molleggio delle ruote, non potevano essere più di tanto confortevoli. In queste condizioni non era agevole percorrere più di 150 Km al giorno.
Il primo riferimento ad un viaggio in ferrovia è probabilmente relativo ad un viaggio a piedi che Brahms effettuò nel 1853 da Göttingen a Mainz tra il 26 agosto e il 1 settembre: un attraversamento del Reno venne quasi sicuramente effettuato con la ferrovia (ed in ogni caso non c’è la certezza che quello fu effettivamente il suo primo viaggio in treno).
Quando invece Brahms se ne andò per la prima volta a Vienna, quasi sicuramente utilizzò il treno: i tempi del viaggio sono troppo rapidi per essere compatibili con un tragitto in carrozza e la ferrovia, siamo nel 1862, si è ormai definitivamente affermata.
Tutti i successivi viaggi sono quasi sicuramente fatti per ferrovia; sicuramente quelli che portavano Brahms verso le sue località di villeggiatura preferite, in particulare a Mürzzuschlag. Questa cittadina stiriana, infatti, come la vicina zona del Semmering nelle Alpi Viennesi, diventò meta di villeggiature solo grazie all’apertura della ferrovia del Semmering che costituiva il tratto più impegnativo -dal punto di vista ingegneristico- della Ferrovia Meridionale (proprietà dela società privata Südbahn fino alla nazionalizzazione delle ferrovie austriache nel primo dopoguerra) da Vienna verso l’Adriatico. Queste zone montane, agli occhi di un amante delle passeggiate quale era Brahms, erano l’ideale per le vacanze estive e la ferrovia le poneva solo ad un paio d’ore di viaggio da Vienna. I numerosi soggiorni che Brahms effettuò a Mürzzuschlag sono ancora oggi ricordati da un museo a lui dedicato nella casa dove soggiornò regolarmente e da una stagione musicale.
In età più avanzata Brahms preferì per i suoi soggiorni estivi la tranquilla cittadina di Bad Ischl nel Salzkammergut, spostandosi sempre in treno anche perché, siamo negli anni ’80 e ’90 dell’800, gli altri mezzi di trasporto erano stati soppiantati dalla ferrovia. In quel periodo la ferrovia fu anche episodio di un disguido che fu molto doloroso per Brahms: raggiunto a Bad Ischl dalla notizia della morte di Clara Schumann (alla quale fu sempre legato almeno da un profondo affetto), decide immediatamente di recarsi in treno a Bonn per il suo funerale. Non esistendo un collegamento diretto tra bad Ischl e la Germania, Brahms scese nella stazione di Attnang-Puchheim (grosso nodo ferroviario sulla linea Vienna – Salisburgo) per prendere la coincidenza verso la Germania. Purtroppo, a causa della confusione dovuta dalla prostrazione per la morte di Clara e dei disturbi alla vista che lo avevano afflito in tarda età, salì in un treno che andava in direzione opposta -verso Vienna-. Si accorse in ritardo dell’errore e perse tempo prezioso per trovare un altro convoglio che lo portasse a destinazione: arrivò quando il funerale di Clara si era già concluso, cosa che ebbe un doloroso impatto su di lui.
La vita di brahms fu quindi fortemente influenzata in modo positivo dalle ferrovie (a parte l’episodio di Clara, ma con la diligenza non avrebbe mai avuto la possibilità di arrivare in tempo): i ritmi delle sue tournée diventarono più indipendenti dal tempo di viaggio, cosa che probabilmente gli consenti anche di allungare il raggio delle sue esibizioni; inoltre la ferrovia gli diede l’opportunità di vivere più facilmente la sua vita a Vienna (la residenza di elezione), pur mantenendo uno stretto contatto con la Germania e anche con la natia Amburgo. E’ sufficiente confrontare le esperienze di viaggio di Mozart e Goethe in giro per l’Europa per capire quanto le ferrovie migliorarono la sicurezza, il comfort e la velocità dei viaggi. Il fatto che Brahms non ne parli, mentre Mozart e Goethe sono talvolta ricchi di dettagli su questi inconvenienti, né è una dimostrazione.
Vi fu indubbiamente un abisso tra il mondo di Schumann, di pochi anni maggiore di Brahms, ma indubbiamente figlio di un mondo per il quale il viaggio era possibile solo grazie alle diligenze del servizio postale (e pochi altri), e Brahms stesso che usò senza problemi il nuovo trasporto ferroviario. E’ anche curioso, da questo punto di vista, che Schumann abbia dato all’articolo con il quale contribuì alla notorietà e al successo di Brahms il titolo di “auf neuen Bahnen”, dato che Bahn è il vocabolo spesso utilizato in tedesco per nominare la ferrovia: il titolo potrebbe quindi suonare come “verso nuove ferrovie”.